Dal 7 ottobre dell’anno scorso, l’inizio del conflitto in Medio Oriente ha dato vita a una serie di eventi che hanno stravolto gli equilibri geopolitici dell’area. Anche il resto del mondo è stato raggiunto dai fatti drammatici che si sono succeduti, non solo sul piano politico, economico, nazionale e internazionale. Il rinvigorirsi di un vecchio conflitto ha rimescolato le carte in tavola, al punto che anche nell’opinione pubblica ci si è trovati di fronte a nuovi fenomeni che si credevano oramai sepolti dalla storia. L’antisemitismo è tornato a far parlare di sé in Europa nell’ultimo anno, e dunque l’Eurispes nell’ultimo Rapporto Italia ha inteso esplorare, da un lato, le opinioni degli italiani rispetto al conflitto israelo-palestinese, dall’altro, la diffusione e le caratteristiche di pregiudizi antisemiti nel nostro Paese.
Conflitto in Medio Oriente: un territorio, due Stati
La maggioranza degli intervistati, il 60,7%, non mette in discussione il diritto dello Stato d’Israele ad esistere; all’interno di questa percentuale, il 32,1% sottolinea la necessità di riconoscimento di uno Stato palestinese. Il 18,8% nega, invece, in modo netto, il diritto di esistenza dello Stato israeliano. Un quinto del campione (20,5%) non sa esprimersi in merito. Nel 2004 il 65,4% degli intervistati aveva risposto con un “Sì” netto alla domanda inerente il diritto di esistenza per lo Stato d’Israele (quest’anno la quota è al 28,6%); ad esso si aggiungeva un 26% secondo cui sì, lo Stato d’Israele deve esistere, ma accanto al riconoscimento di uno Stato palestinese. Nel complesso, dunque, il 91,4% del campione si era dichiarato favorevole all’esistenza dello Stato israeliano, accanto o indipendentemente dal riconoscimento di uno Stato palestinese. Solo il 2,8% negava tale diritto. Negli ultimi 20 anni, in sintesi, si è eroso il consenso incondizionato nei confronti dello Stato di Israele. Per area politica, sono soprattutto gli intervistati di sinistra a negare il diritto di esistere allo Stato d’Israele (31,3%). A destra si registra, invece, un 42,1% di soggetti favorevoli in modo assoluto alla sua esistenza. Per tutti gli schieramenti politici, ad eccezione della destra e di chi non si sente rappresentato, la risposta più citata è quella favorevole all’esistenza dello Stato israeliano accanto a quello palestinese, con un picco tra gli elettori di centro (50%) e di centro-sinistra (46,7%).
Terrorismo e Governo Netanyahu tra i fattori che attentano alla pace in Medio Oriente
Il terrorismo islamico è indicato come l’elemento più pericoloso per una pacificazione del conflitto nella regione mediorientale da oltre un quinto del campione (21,7%). Al secondo posto si collocano la politica del governo guidato dal Primo Ministro Netanyahu (12,8%) e la politica degli Stati Uniti in Medio Oriente (12,5%), segue il conflitto tra moderati e fondamentalisti all’interno di alcuni paesi arabi (10,9%). Meno citata dagli intervistati la mancanza di una politica estera comune dell’Unione europea in Medio Oriente (7,4%). Numerosi coloro che non sanno o non vogliono esprimersi sulla questione (26,4%). Per gli elettori di sinistra, diversamente dagli altri, il fattore di rischio più citato è la politica del Governo Netanyahu (22% delle risposte). L’Italia deve fornire un sostegno (economico, strategico, nella fornitura di armi, ecc.) ad Israele contro Hamas? Gli intervistati favorevoli a ciò sono una minoranza (15,9%), mentre esattamente la metà (50,1%) si dice contrario. Tra i soggetti che si collocano politicamente a destra sono più numerosi della media i favorevoli a fornire sostegno ad Israele contro Hamas (28,6%), mentre a sinistra si registra il picco dei contrari ai sostegni economici e militari a Israele: 63,2%.
La maggioranza degli italiani rifiuta gli stereotipi sul popolo ebraico
L’antisemitismo si alimenta di stereotipi che innescano diffidenza, pregiudizi fino a sfociare nell’odio. Il 66,6% dei rispondenti è in disaccordo con l’affermazione secondo cui gli ebrei controllerebbero il potere economico e finanziario, ma un terzo del campione, il 33,4%, concorda con questa idea. Gli ebrei controllerebbero, invece, i mezzi d’informazione, secondo il 29,2% degli intervistati, mentre la maggioranza si dice in disaccordo (70,8%). Il 72,6% del campione non pensa che gli ebrei determinino le scelte politiche occidentali (e, in particolare, americane), mentre la pensa così il 27,5%. Rispetto all’affermazione che l’Olocausto degli ebrei non è mai accaduto, la quota di accordo si attesta al 14,1%, mentre il 15,9% pensa che l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto, trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore. Il disaccordo verso queste due affermazioni, è importante sottolinearlo, supera l’84% delle risposte. Ma la quota dei cittadini italiani revisionisti e, addirittura, negazionisti, appare sorprendente, in considerazione della gravità di una simile realtà storica inoppugnabile e ben nota. Le due precedenti indagini dell’Eurispes, risalenti al 2020 e al 2004, mostrano l’esistenza, nel nostro Paese, di uno “zoccolo duro” di cittadini, impermeabile all’insegnamento della storia ed alle testimonianze dirette dei sopravvissuti o dei loro famigliari. Nella rilevazione del 2020 la quota di chi era convinto che l’Olocausto degli ebrei non sia mai avvenuto si attestava al 15,6%; in quella risalente a vent’anni fa al 2,7%. La quota più alta di negazionisti della Shoah si trova tra chi non si sente politicamente rappresentato (19,7%). I risultati non delineano una netta contrapposizione destra-sinistra nelle opinioni relative al popolo ebraico e alla Shoah.
Gli episodi di antisemitismo preoccupano il 54% degli italiani
Al campione è stato chiesto di esprimersi anche in merito agli episodi di antisemitismo che si sono verificati in Italia e in Europa, in seguito al riaccendersi del conflitto in Medio Oriente. Ebbene i risultati indicano una diffusa apprensione: sebbene per il 46% si tratterebbe di episodi isolati che non sono indice di un reale problema di antisemitismo in Italia, prevale chi la pensa diversamente (54%). La maggioranza dei cittadini italiani è inoltre del parere che siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo (55,4%). Per un terzo del campione (33,9%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno nel nostro Paese. Per un quarto degli intervistati (24,1%,), invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.