La creator economy è un fenomeno che ha subìto una forte accelerazione negli ultimi tempi grazie all’avvento di nuovi strumenti digitali e l’ascesa delle piattaforme sociali. Secondo le stime, la creator economy genererà negli Usa entrate per 480 miliardi di dollari entro il 2027, qualificandosi come la tendenza in più rapida crescita nell’ambito dei media digitali (NeoReach, 2023). La creator economy, ovvero quella economia basata sulla creazione di contenuti, fino a qualche anno fa sembrava una chimera o un passatempo, mentre oggi è a tutti gli effetti un settore chiave e uno sbocco professionale che genera entrate importanti. Editoria, podcasting, sport e istruzione, ecc., in molti settori i content creator stanno trovando il modo di monetizzare i loro contenuti direttamente con i loro fan. La creator economy ha alimentato una domanda senza precedenti di contenuti in real-time. Il cambiamento radicale, dalle riprese in studio ai contenuti dal vivo, è in corso e sta interessando innumerevoli settori della distribuzione. Nonostante l’aspetto e l’atmosfera curati, le case di produzione hanno capito che non si può fingere l’autenticità di uno spot o di una pubblicità: i content creator esprimono al meglio questo tipo di autenticità, che può trasparire da qualsiasi tipo di contenuto, compresi i video fatti in casa in modo artigianale.
L’impatto della creator economy sul mercato italiano
Secondo Assoinfluencer, il settore vanta oltre 350.000 creatori attivi, generando un indotto di 150.000 posti di lavoro, e il mercato è destinato a crescere. Un significativo 56% delle aziende integra la spesa per l’influencer marketing direttamente nei propri budget media. L’11% dedica budget separati specificamente per le iniziative di influencer marketing, mentre il 19% fa affidamento esclusivamente sul budget di comunicazione per queste attività. Inoltre, il 14% delle aziende attinge ai propri budget di marketing per finanziare campagne di influencer marketing. La spesa per l’influencer marketing in Italia è in continuo aumento negli ultimi anni, con una stima al 2023 pari a 323 milioni di euro, con un +10% rispetto al valore del 2022 di 294 milioni di euro. Questo trend è in linea con le statistiche internazionali: entro il 2027, secondo una stima di Goldman Sachs (2023), la creator economy a livello mondiale potrebbe valere fino a 480 miliardi di dollari.
Entro il 2027 la creator economy potrebbe valere fino a 480 miliardi di dollari
In Italia, l’Autorità italiana per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha avviato nel luglio 2023 una consultazione per regolamentare la creator economy, che ha portato alla definizione di linee guida per regolare l’attività degli influencer, rispondendo all’esigenza di trasparenza e correttezza commerciale. In particolare, secondo le recenti definizioni dell’Agcom, sono considerati influencer coloro che offrono un servizio che costituisce un’attività economica di tipo industriale, di natura commerciale, artigianale e delle libere professioni ai sensi degli articoli 56 e 57 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Sono da considerare, quindi, tutti quei soggetti il cui scopo è offrire un servizio di fornitura di contenuti che informi, intrattenga o istruisca e che sia idoneo a generare ricavi direttamente in esecuzione di accordi commerciali con produttori di beni e servizi o indirettamente in applicazione di accordi di monetizzazione applicati dalla piattaforma o dai Social media utilizzati, con responsabilità editoriale per i contenuti esplicitamente rivolti agli utenti sul territorio italiano. Una precisazione è stata definita anche per quanto riguarda la categoria dei content creator, i quali sono obbligati ad adempiere agli obblighi di legge che impongono misure adeguate per proteggere i minori da programmi che potrebbero nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale, che non incitano alla violenza o all’odio, o la cui diffusione costituisce un reato.