I BRICS, cioè il coordinamento degli stati Brasile, Cina, Russia, India, Sud Africa, costituiscono ormai da tempo una realtà complessa che ha una grande influenza sul sistema di relazioni dell’Italia e delle sue politiche di sviluppo, sia diretta che indiretta: diretta,riguardo ai rapporti ed agli scambi bilaterali con i singoli stati membri appartenenti a tale coordinamento; indiretta, sulle aree di maggior interesse ed intervento degli operatori pubblici e privati italiani; un esempio, in questo senso, è dato dalla crescente penetrazione dei BRICS nel Mediterraneo, un’area di interesse primario dell’Italia. In termini concreti, il coordinamento dei BRICS, da un lato, esercita un peso crescente sulle politiche di sicurezza, relazioni esterne, di sviluppo economico e sociale dell’Italia e dell’ Unione Europea; dall’altro, offre delle importanti opportunità di crescita e di progresso.
Secondo stime comuni e condivise, nel 2050 i BRICS, insieme ad alcuni paesi emergenti come Indonesia, Messico e Turchia, avranno un peso economico superiore a quello dell’insieme dei paesi del G7 (Stati Uniti, Giappone, Canada, Regno Unito, Germania, Francia e Italia); in termini di prodotto interno lordo si prevede che la Cina diventerà la prima economia mondiale entro il 2020 e che l’India potrebbe diventare, entro il 2050, l’economia che cresce più velocemente. Ulteriori elementi destinati ad incidere sugli equilibri mondiali, connessi all’evoluzione dei BRICS, riguardano, ad esempio, i processi demografici, le condizioni della povertà e delle disuguaglianze sociali. Di fronte a questi nuovi processi evolutivi che stanno disegnando un sistema mondiale multipolare, nelle sedi internazionali – tra cui il recente summit G20 svoltosi nel 2014 in Australia – si cerca di costruire un nuovo sistema di governance inclusivo, basato in particolare su programmi e azioni comuni di sviluppo sostenibile ed equilibrato.
Nel corso degli ultimi anni i BRICS (una espressione apparsa per la prima volta in un Rapporto della Goldman Sachs del 2001) hanno precisato sempre meglio la loro posizione nell’ambito dello sviluppo globale come è testimoniato dalle strategie delineate nelle dichiarazioni finali approvate nei vertici annuali e nella iniziativa avviata nel 2014 di creare una Banca di Sviluppo (BRICS New Development Bank) e un Fondo di Riserva per fronteggiare le emergenze (CRA – Contingent Reserve Arrangement). Queste iniziative saranno ulteriormente precisate nel prossimo vertice in programma nel mese di luglio 2015 a Ufa, in Russia. Da segnalare che anche il Parlamento Europeo, in una Relazione del 2012, ha avviato da tempo in ambito UE una approfondita riflessione sul ruolo crescente dei BRICS sulla scena mondiale.
L’Italia è molto attiva in questo contesto.
EURISPES in particolare è sempre stato molto attento a non sottovalutare i profondi cambiamenti geo-politici e geo-economici che stanno avvenendo sulla scena mondiale, per il loro riflesso che essi hanno sulla realtà italiana ed europea. Da qui la decisione di promuovere la costituzione di un “Laboratorio sui BRICS”, un Think Tank di esperti altamente qualificati che operano in modo autonomo, sulla base di un approccio multidisciplinare e sistemico nell’analisi dei problemi secondo la tradizione scientifica dell’Istituto, in collegamento con altri organismi internazionali specializzati. Il gruppo di lavoro ha carattere aperto ad ulteriori, qualificate collaborazioni, a quanti hanno interesse a intensificare scambi di idee e informazioni, ad avviare ricerche in questo ambito che costituisce per tutti una notevole sfida culturale, economica, sociale, “politica”.
Questa iniziativa tutta italiana intende dare un contributo sia alla migliore comprensione di questi complessi processi di cambiamento, sia al rafforzamento delle iniziative che l’Italia promuove a livello internazionale.
Marco Ricceri