La costante incertezza sul futuro, la complessità nel trovare un lavoro soddisfacente, i problemi economici e sentimentali e, più in generale, la speranza di trasformare la propria condizione personale, hanno spinto un numero crescente di italiani a cercare responsi nella cartomanzia, negli oroscopi a pagamento e nella magia. Le figure dei maghi e cartomanti esistono fin dall’antichità, ma oggi beneficiano di un vantaggio: quello di poter fare affidamento sul senso di precarietà che caratterizza questo momento storico. Può sorprendere al giorno d’oggi, in un mondo ipertecnologico, ma il desiderio umano di conoscere e anticipare gli accadimenti futuri è antichissimo. Così come, nel corso dei secoli, si sono perfezionate le tecniche divinatorie come la chiromanzia, i rituali propiziatori, sortilegi e incantesimi, insieme ad abbondanti liturgie per togliere il malocchio.
Maghi e cartomanti esistono fin dall’antichità, ma oggi fanno affidamento sul senso di precarietà
La magia è un fenomeno complesso che interseca credenze, rituali e interpretazioni culturali. Le sue radici si perdono nel tempo. La sua realizzazione si basa sulla convinzione di poter influire sulla realtà, attraverso formule somministrate da soggetti cui sono stati attribuiti presunti poteri soprannaturali. Tuttavia, per rispondere a queste domande, sarebbe auspicabile sintetizzare il pensiero di uomini come Bronisław Malinowski, padre dell’antropologia sociale inglese e della sua ricerca sul campo nelle isole Trobriand. Per Malinowski, la funzione della magia è «ritualizzare l’ottimismo dell’uomo». Egli scoprì infatti che la pratica magica era spesso esercitata dalle popolazioni autoctone per ottenere un risultato specifico, come la guarigione da una malattia o il successo in una caccia. Quindi, si trattava di una serie di pratiche finalizzate al conforto, di fronte all’incertezza e all’imprevedibilità degli eventi.
Secondo lo studioso Malinowski la magia è un modo per ritualizzare l’ottimismo dell’uomo
Il rapporto con la dimensione magica, declinato nella nostra vita di occidentali immersi nell’era post-moderna, non è qualcosa di insensato, rozzo e primordiale. Noi stessi spesso realizziamo tutta una serie di gesti scaramantici e di buon auspicio. La magia assume dunque forme diverse, ma il bisogno di risposte alle incertezze della vita è universale. Si pensi alla parola abracadabra ad esempio, espressione usata in moltissime lingue europee, tanto da essere entrata a far parte dell’immaginario collettivo e associata ad eventi sbalorditivi, come quello di far scomparire o comparire qualcosa o qualcuno. Le sue origini sono però dibattute: e proprio il fatto che abracadabra sia una parola di per sé inintelligibile l’ha resa un sinonimo di «cosa incomprensibile e confusa».
Il 15,9 % degli italiani è ricorso al consulto di maghi e cartomanti
Anche le origini della cartomanzia, antico strumento utilizzato per cercare di prevedere il futuro, sono avvolte nel mistero e sono fonte di numerosi dibattiti tra gli studiosi. Alcuni sostengono che i suoi inizi risalgano ai tempi degli antichi cinesi. Altri ipotizzano che sia nata in Egitto. Ma quali sono le dimensioni del fenomeno? E chi sono i fruitori dell’occultismo? Secondo l’indagine condotta da Eurispes e contenuta nel Rapporto Italia 2024 dal titolo “Credere in qualcosa. Perché gli italiani si rivolgono a maghi e cartomanti?” emerge che il 15,9 % degli italiani è ricorso al consulto di maghi e cartomanti, con una leggera maggioranza di donne (18,1%) rispetto agli uomini (13,7%). La diffidenza verso maghi e cartomanzia aumenta con il livello di istruzione (dal 79,6% di coloro che sono in possesso di un titolo di studio inferiore all’87,3% degli individui con un livello di istruzione più alto). Tra coloro i quali si sono rivolti a maghi e cartomanti, invece, la maggior parte dei rispondenti (52%) ha usufruito di questi servizi di persona, soprattutto al Sud, nei comuni con meno di 10mila abitanti (58,3%). Questo dato confermerebbe che il rapporto diretto, unito alla possibilità di instaurare relazioni più personali e durature contribuisce a potenziare la fiducia nelle capacità del praticante.
Il 36% del campione ha impiegato cospicue somme di denaro, il 27,5% la ritiene una esperienza risolutiva
Sottili differenze di genere nelle motivazioni, potrebbero condurci ad asserire che le donne trovano nella cartomanziaun mezzo per indagare le proprie relazioni interpersonali (26%), mentre gli uomini sono più propensi ad affrontare problematiche finanziarie e di carriera (21,3%). Tuttavia si registra una certa cautela economica nell’approccio a questi servizi. In particolar modo, circa il 62% degli intervistati afferma di aver speso meno di 100 euro per unconsulto esoterico nel corso dell’anno. Per contro, circa il 36% sostiene di aver impiegato cospicue somme di denaro. Ciononostante, la maggioranza degli intervistati (49,8%) condivide un ampio scetticismo circa l’efficacia di questi strumenti. Diversamente, un discreto gruppo di individui, in possesso di licenza media, (27,5%) valuta positiva e risolutiva l’esperienza.
Non è trascurabile il ruolo e lo spazio che i media concedono a maghi e cartomanti
In un momento di estrema difficoltà, come quello attuale, le persone cercano sempre più conforto, passando anche attraverso i consulti di sedicenti maghi, medium, veggenti, cartomanti. Nondimeno è trascurabile il ruolo e lo spazio che i media concedono loro, non sempre in negativo. Spesso questi sensitivi sono proprio gli ospiti d’onore in alcuni talk show televisivi. Nell’affidarsi a questi facilitatori, la persona accoglie passivamente il consulto e lo adatta alla propria situazione, trovandolo rassicurante. Anziché effettuare operazioni cognitive, la persona si esonera da una attivazione responsabile nella risoluzione dei propri problemi, entrando in un circolo vizioso di menzogne condivise. Il negromante intuisce lo stato psicologico di vulnerabilità di coloro che domandano il suo aiuto e li manipola per svuotar loro le tasche. Forse, servirebbe solo un ascolto presso un’opportuna sede professionale. Nel caso di importanti fallimenti personali, tra cui la perdita del lavoro, oppure la rottura di una relazione sentimentale, le persone potrebbero rivolgersi a personale competente, in grado di aiutarli a contattare le proprie risorse interiori e la propria capacità di resilienza, ovvero la capacità individuale di adattarsi a nuove situazioni.