I Tg di martedì 22 marzo – Il duplice attentato jihadista di questa mattina a Bruxelles che ha fatto 34 vittime ed oltre 200 feriti, scuote e sconvolge l’Europa intera. Tra aperture traboccanti dei video di quei momenti angoscianti e qualche tentativo di analisi l’informazione di serata si annulla quasi completamente. Alle voci dei tantissimi testimoni, italiani e stranieri, che fanno ovunque la loro comparsa e alle manifestazioni unanimi di solidarietà, si accompagnano tanti dubbi e poche risposte. Tg La7 è quello che più apertamente si interroga sull’impreparazione della sicurezza belga, da mesi impegnata nelle ricerche delle cellule islamiste gravitanti attorno al quartiere di Molenbeek, e anche Tg5 che parla di “flop della sicurezza”. Tg3 intervista in studio Emma Bonino, che indica nell’assenza di un’agenzia europea comune di difesa e prevenzione la principale debolezza nella lotta contro il terrorismo. Tg1 intervista il direttore di Limes Caracciolo che inquadra il fallimento dell’integrazione nelle periferie della capitale d’Europa. Ampio spazio al discorso del premier Renzi sui Tg Rai, cui si affiancano le parole di Alfano sui livelli della sicurezza italiana. Le lacrime della Mogherini compaiono un po’ su tutti, e TgLa7 le inquadra a lungo.
I Tg Mediaset minori “celebrano” nei servizi il trionfo del terrore e della sofferenza. Tg4 apre con i filmati senza commento delle grida all’aeroporto e confeziona un servizio sui pianti dei bambini in metropolitana, che “sanno che bisogna aver paura”. La tesi esplicitata è che la matrice del terrorismo dell’Isis sarebbe chiara: il multiculturalismo in quanto tale e la proliferazione delle moschee in una “Europa non più europea”. La risposta sarebbe lo strumento repressivo sventolato da Salvini – sentito telefonicamente da Tg4 e Tg1 – che richiede interventi nei “ghetti” nel nostro Paese.
Tg2 è l’unica testata che riesce a proporre un’impaginazione articolata, nel tentativo riuscito di “non essere travolto” dagli eventi luttuosi. Mentana, invece, sui saluti finali confessa che non è stato possibile parlare d’altro. Ma se dobbiamo indicare in una serata così difficile una scelta giornalistica che merita di essere segnalata, è al Tg3 che dobbiamo rivolgerci per la decisione di mettere in parallelo le immagini di Bruxelles con quelle del campo di Idomeni, con i profughi che hanno reagito alle notizie degli attentati gridando che le vittime europee sono vittime dell’Isis quanto loro. Il bambino che espone il cartello “Sorry for Bruxelles” è una bella icona che demolisce l’equazione profugo-terrorista.